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Considerazioni sulla sicurezza e sul modus operandi dei “commissari”.

by / martedì, 30 Maggio 2017 / Published in Notizie varie
Alla luce degli ultimi messaggi che circolano in chat da qualche giorno, ma soprattutto di quanto drammaticamente è accaduto in alcune manifestazioni in ambito nazionale e internazionale, sono ad evidenziare le mie riflessioni che scaturiscono dalla mia scarsa esperienza, ma soprattutto da quanto appreso frequentando l’ambiente dei rally.
Dato che difficilmente avremo a che fare con manifestazioni che si svolgono in un ambito chiuso, con dei criteri di sicurezza elevati, il Rally di Monza che si svolge principalmente in un autodromo, forse è una eccezione proprio per nominarne uno, dobbiamo renderci sempre più conto di quanto sia essenziale la funzione del Commissario di Percorso, figura bistrattata e non considerata col dovuto rispetto, ma sulla quale gravita praticamente tutto il rally o la corsa che dir si voglia. È proprio grazie a questo losco figuro che riusciamo ancora ad ammirare evoluzioni, salti e derapate dei nostri beniamini in assoluta sicurezza, anche se alle volte per quanto ci si prodighi, la fatalità o la troppa confidenza giocano dei brutti scherzi, arrivando a rovinare quelle che dovrebbero essere solamente giornate dedicate al sano sport.
Purtroppo le strade rimangono sempre quelle di anni fa, mentre invece le auto sono cambiate, con prestazioni da far invidia a macchine da pista.
Tutto ciò per dire che cosa..? Che occorre non più due ma quattro occhi in ogni postazione per evitare o per almeno ridurre al minimo, visto che contro l’imponderabile non abbiamo soluzioni,  i fattori di rischio che purtroppo possono turbare un rally.
Ogni manifestazione che viene creata, ha un Delegato Addetto al Percorso che valuta di volta in volta, tutte le zone toccate dal Rally e, memore della sua esperienza maturata sul campo nelle edizioni precedenti, o in altre gare, agisce di conseguenza indicando dove si può e dove non si può stare. Questi luoghi possono variare di volta in volta in funzioni di sopravvenute variazioni delle variabili che influiscono costantemente sulla manifestazione stessa. È facile che da una volta all’altra delle curve o dei rettilinei diventino di colpo zone ad alto rischio, soprattutto perché nel frattempo le macchine sono cambiate, sicuramente più performanti, quindi anche più veloci. Inoltre il sopraggiungere di avvenimenti che sono nel frattempo capitati in altri luoghi, fa cambiare completamente il metro di misura a danno magari della postazione perfetta ma a beneficio della sicurezza.
Uno dei problemi maggiori per i Commissari di Percorso è far capire a coloro che sono sempre andati a vedere il rally in quel punto che ora sono cambiati i criteri di valutazione e che quindi quel luogo da ora in poi è out.
In questi casi bisogna prima di tutto armarsi di diplomazia cercando di spiegare le cause di questi cambiamenti, portando anche esempi concreti proprio per evidenziare quanto enunciato.
Solo in un secondo caso, di fronte al rifiuto categorico si potrà intervenire in maniera decisa, ma sempre cordiale; questa soluzione, drastica e alle volte dolorosa, potrà comportare come extrema ratio anche al blocco della prova in quanto non sussistono più le condizioni di sicurezza necessarie al proseguo. In questo caso, se la Direzione Di Gara, non può intervenire inviando le forze dell’ordine, che ricordiamo sono le uniche titolate a far rispettare le disposizioni dettate dal Decreto Prefettizio, si opterà per la sospensione della prova: alle volte il solo nominare questa soluzione drastica è un ottimo motivo per far desistere i facinorosi o gli indisciplinati a rimettere in ordine le cose. È brutto arrivare a questi punti ma ripeto, nel caso succedesse qualunque problema nel tratto di vostra competenza, la responsabilità sarebbe solo ed esclusivamente vostra.
Ora valutate questo: ”Per le quattro castagne ‘sbausciate’ che prendete, vale
la pena ..?” Penso proprio di no.
Attenzione, non necessariamente deve esserci una macchina che esce di strada ed investe uno spettatore, ma basta solo che per una casualità una ruota di una vettura o un pezzo qualsiasi si stacchi a seguito di un problema precedente, oppure che, per uno spavento dovuto a una derapata più lunga del normale qualcuno cada e si ferisca o peggio: il gioco vale la candela?
Riuscireste a convivere con una spada di Damocle sulla testa, senza il rimorso che vi ripete ogni momento: ”E se avessi agito  come si doveva..?” Io forse no.
Proprio perché voi siete i diretti responsabili, che dovete necessariamente dare il buon esempio: posizionandovi voi stessi in zone non pericolose e seguendo tutto ciò che il buon senso, prima ancora del Radar di Servizio vi indica. Lasciando la vostra postazione, magari con la macchina, solo quando vi viene comunicato dalla Direzione Gara e raccogliendo tutti i rimasugli come carta, bottiglie e quant’altro, lasciati lì da voi stessi e da altri meno educati di voi.
È buona norma anche ammucchiare tutti i cartelli, i picchetti e le bandelle usate per delimitare la zona, portandoli allo start o allo stop, in funzione degli accordi presi magari per la riconsegna degli apparati radio.
Discorso a parte va fatto per le fotografie ed i filmati. I rally sono in primis il paradiso dei fotografi, che con gli apparecchi presenti ora in commercio tramutano il fotografo “schiaccia forte e spera in Dio” in Oliviero Toscani.
Questi sono da un certo punto di vista i più facili ed i più difficili da gestire: i più facili perché quelli seri, che normalmente sono accreditati presso la sala stampa, sono gente del mestiere, quindi comprendono immediatamente le problematiche per cui sanno che voi non siete un vigile urbano atto a reprimere ogni suo possibile “scatto perfetto”, ma un collaboratore che tiene alla sua, alla vostra salute ma soprattutto alla buona riuscita della gara.
I più difficili perché di tanto in tanto vi trovate a confrontarvi con un muro di gomma. In questo caso cercate di prendere nota del cartellino dell’accredito, sempre che esista, in maniera tale da poter comunicare al Direttore di Gara i comportamenti di questo individuo. Sarà problema del DdG punire questa situazione di pericolo e se costui non dispone di accredito avete voi stessi un arma nel vostro smartphone, documentando il più possibile la situazione e considerandolo alla stregua di uno spettatore più indisciplinato degli altri.
Ultimo ma non meno importante: Voi!
Sappiamo benissimo che tutti noi aspettiamo il nostro idolo da immortalare, ma in alcune occasioni non è consentito, soprattutto quando la manifestazione ha carattere internazionale dove i fotografi pagano per poter svolgere la propria mansione.
Ovviamente nessuno vi vieta di fare delle fotografie, ma queste devono essere fatte in totale anonimato, quindi togliendosi la pettorina, non lasciando però sguarnita la propria postazione.
In occasione del Mondiale in Sardegna della prossima settimana, ma il discorso vale per qualunque altra manifestazione a carattere internazionale, la nostra funzione sarà a diretto contatto con i “Media” i quali riprenderanno a 360° tutto quanto accade intorno a loro: è proprio in questo contesto che bisogna mantenere un contegno decoroso, evitando di farsi cogliere distratti o in atteggiamenti non degni della funzione da noi svolta. Proprio perché ormai la tecnologia legata ai video o alle fotografie ha raggiunto livelli impensabili fino a pochi anni fa, non ci dobbiamo stupire di essere immortalati a dormire sotto una pianta o con le dita nel naso: questo non gioverebbe tanto a voi, visto che nessuno vi conosce, ma ai Marshal, con tutto quello che questo potrebbe comportare al buon nome della categoria…
Paolo Pasqualin

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